Rave Party di Papaveri

papaveri

Agli occhi della gente siamo chiasso! Il sole è la nostra musica, il vento la nostradanza! Appariamo, ma che c’è di male? Sarem forse erbacce? Ma guardaci bene! Come potremmo vivere discreti! Siamo esuberanza, moltitudine, allegro popolo infestante… e insieme facciamo un bel casino!

Ma se ti avvicini, ci prendi in mano, siamo fragili e delicati fiorellini! Un mazzetto di foglietti rossi! Piccole gonne a testa in giù!

Giusto per curiosità riporto il Manifesto dei Raver, coloro che partecipano ai Rave Party:

« Il nostro stato emotivo è l’estasi. Il nostro nutrimento è l’amore. La nostra dipendenza è la tecnologia. La nostra religione è la musica. La nostra moneta è la conoscenza. La nostra politica è nessuna. La nostra società è un’utopia che sappiamo non sarà mai. Potete odiarci. Potete ignorarci. Potete non capirci. Potete essere inconsapevoli della nostra esistenza. Possiamo solo sperare che non ci giudichiate, perché noi non vi giudicheremo mai. Non siamo criminali. Non siamo disillusi. Non siamo dipendenti dalla droga. Non siamo dei bambini inconsapevoli. Noi siamo un villaggio tribale, globale, di massa, che non dipende dalla legge fatta dall’uomo, dallo spazio e dal tempo stesso. Noi siamo un’unità. L’unità. Noi siamo stati plasmati dal suono. Da molto lontano, il temporalesco, echeggiante e smorzato battito era simile a quello del cuore di una madre che tranquillizza un bambino nel suo ventre di acciaio, calcestruzzo e fili elettrici. Noi siamo stati allevati in questo ventre, e qui, nel calore, nell’umidità e nell’oscurità di esso, siamo giunti ad accettare che siamo tutti uguali. Non solo per l’oscurità e per noi stessi, ma per la vera musica che batte dentro di noi e passa attraverso le nostre anime: siamo tutti uguali. E attorno ai 35Hz possiamo sentire la mano di un dio sul nostro dorso, che ci spinge avanti, ci spinge a spingere noi stessi a rinforzare il nostro pensiero, il nostro corpo e il nostro spirito. Ci spinge a girarsi verso la persona vicino a noi per stringere le mani e sollevarle, condividendo la gioia incontrollabile che proviamo creando questo magico cerchio che può, almeno per una notte, proteggerci dagli orrori, dalle atrocità e dall’inquinamento del mondo che sta di fuori. È in questo preciso momento, con queste premesse, che ognuno di noi è veramente nato. Continuiamo ad ammassare i nostri corpi nei clubs, nei depositi e negli edifici che voi avete abbandonato e lasciato senza alcuna ragione, e gli riportiamo vita per una notte. Una vita forte, deflagrante, che pulsa, nella sua più pura, più intensa, nella più edonistica forma. In questi spazi improvvisati, noi cerchiamo di liberarci dal peso dell’incertezza di un futuro che voi non siete stati capaci di stabilizzare e assicurarci. Noi cerchiamo di abbandonare le nostre inibizioni, e liberarci dalle manette e dalle restrizioni che avete messo in noi per la pace del vostro pensiero. Noi cerchiamo di riscrivere il programma che avete cercato di indottrinarci sin dal primo momento che siamo nati. Programma che ci dice di cibarci dal brillante cucchiaio d’argento col quale tentate di nutrirci, anziché lasciare che ci nutriamo da soli, con le nostre stesse mani capaci. Programma che ci dice anche di chiudere le nostre menti, invece di aprirle. Fino a quando il sole sorgerà per bruciare i nostri occhi rivelando la realtà del mondo che avete creato per noi, noi balleremo fieramente con i nostri fratelli e sorelle, celebrando la nostra vita, la nostra cultura, e i valori in cui più crediamo: pace, amore, libertà, tolleranza, unità, armonia, espressione, responsabilità e rispetto. Il nostro nemico è l’ignoranza. La nostra arma l’informazione. Il nostro crimine è violare e sfidare qualsiasi legge che voi sentite aver bisogno di utilizzare per porre fine all’atto di celebrare la nostra esistenza. Ma ricordate che mentre potete fermare un qualsiasi party, in una qualsiasi notte, in un qualsiasi città, in una qualsiasi nazione o continente di questo magnifico pianeta, non riuscirete mai spegnere il party intero. Non avete accesso a questo interruttore, non importa quello che pensate. La musica non si fermerà mai. Il battito del cuore non si spegnerà mai. Il party non finirà mai. Sono un raver, e questo è il mio manifesto. »

(tratto da: Wikipedia)

6 commenti:

  1. Ciao, eccomi nel girovagare tra amici comuni, volevo lasciarti un saluto e complimentarmi con te per la particolare impaginazione del tuo blog resa ‘speciale’ dalle tue bellissime foto.

    A.

  2. Massimo non so che dire….forse è il caso di aprire un forum sul “parlarsi dentro”

  3. Volevo farti un aggiornamento sul “parlarsi dentro”: sono arrivati commenti al mio post dove si parla di blogger che parlano da soli. ne sai qualcosa?

  4. seguendo il tuo ragionamento, a tratti permettimi un poco farraginoso, il parlarsi dentro potrebbe essere indice allora di uno screzio depressivo, quando il senso di angoscia, di straniamento dal sè, di auocritica viene ad assumere una valenza quasi patologica. allora il parlarsi dentro equivarrebbe al parlare da solo che suggerisce quel tale Giomba? ciao

  5. Il colore sgargiante dei papaveri trasmette il senso della vita come piace a me, allegro, solare, VIVO! Saranno anche infestanti come dici tu, ma quanta allegria trasmettono. Devo dire che le tue foto sono vive e non statiche. Molto bravo! Ciao Paola

  6. A te che attingi dalla realtà per tingere una tela..
    grazie di questo meraviglioso spettacolo di papaveri..
    e ahimè mi ci perderei
    e son certa che sentirei la stessa melodia dei partecipanti al raveparty ma senza “aiutino”…

    capisci ammè? ;o)

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