Male mi copro di parvenze di normalità, mentre indugio immobile in uno sporco di rossi sangue e vetro, e solo ad evitare ulteriori aguzzi fendenti, senza i clamori d’altri patetici eccessi (nè d’alcol o d’altri lamenti inconsulti), inutili agitazioni che ancora più smembrerebbero ferite ed acuirebbero dolori.
All’orizzonte invece, inesorabile la vita percorre lenta il crinale della collina.