«Nella vita può succedere di tutto, ma ci sono due cose che nessuno ti potrà mai strappare», disse
Splendi, Sole invadente, sulle vette, sulla neve dissolta, sui cuori di malinconia, sulle lacrime, sul passato,
Se tu andassi a ritroso a riveder cos’è stata la vita d’una persona, vi scoprirai solo tante manciate d’attimi, all’apparir pure semplici, o passi incerti d’un
Rifugiato in un angolo di mondo a te, Luna, e all’altre stelle chiedo
Non sembra così imponente visto dalla forcella a 2300 metri, ma quel coso eretto sullo sfondo che sbuca tra le nebbie d’alta quota è il Campanile di Val Montanaia, un pistone di trecento metri di altezza che cent’anni fa divenne campo di battaglia d’una eroica competizione alpina tra due gruppi di scalatori, uno italiano ed uno austriaco.
Ciò che gli altri vedono in noi, ciò che percepiscono e ciò con cui si rapportano spesso sono immagini ed apparenze “mediane”, sono cioè il risultato medio di un dialogo interiore.
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Esco a fare quattro passi, così magari tra l’incanto di rocce e ghiaccio riesco a rompere la noia d’una anonima scrivania d’ufficio.
Dai prati prealpini di Sant’Antonio Tortal occorre discendere un ripido versante, ed andare giù nella valle fino a toccarne il fondo, fino a dove s’insinua tra le rocce erose il torrente Ardo, per scoprire e lasciarsi affascinare da queste variopinte forre
Sto fermo e non posso venirti incontro, ma ti sento arrivare. Gelo al pensiero che il mio corpo sia un io che non mi appartiene più, nè risponde più ai miei comandi.
Quel vuoto allo stomaco che a volte si impossessa di me è peso e dolore e fa maledire il suo compare tempo,
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