Arcobaleno di Nebbia

Arcobaleno di nebbia sul sentiero 23 per il Giro del Settsass

Arcobaleno di nebbia sul sentiero 23 per il Giro del Settsass

Un “arcobaleno di nebbia” è come quell’altro, ma stavolta in bianco e nero, ma più bianco che nero, un arcobaleno albino, o un nebbialeno o un arcobianco, fate voi chiamatelo come vi pare: in inglese prende il nome di “fogbow”, un rainbow daltonico causato dalla nebbiolina e non dalla pioggerellina. Se non l’avessi visto con i miei occhi, ora stenterei a credere che sia stato vero.

A duemila metri, nel cammino ovattato dalle nebbie che si diradano coi primi raggi solari e ammutolito dalle echi di certi bramiti di cervi provenienti dai boschi della valle, all’apparir dell’arcobaleno di nebbia m’è sembrato d’essere stato posto volutamente davanti ad una visione come se uno avesse messo un piede incerto sul varco d’un inconsistente portale, sull’orlo d’una sorta di confine tra il reale che davvero accade ed un altro possibile reale, ma parallelo, del ciò che potrebbe accadere, cioè tra un reale delle infinite possibilità che una giornata possa divenire splendida e memorabile trasformandosi perciò in un piccolo capolavoro, ed un secondo mondo reale di altrettante infinite possibilità che invece quella stessa nel suo spiegarsi si macchi d’una serie d’imprevisti, d’intoppi vari, d’incidenti e di brutti scherzi del destino, cause pure di malumori o peggio d’eventi irreparabili, quasi che in quello stesso istante su quello stesso prato spezzato dal mio sentiero avrei giurato d’aver visto balenare nella bruma mattutina due inseparabili compagne leggiadre e sfuggenti, “fortuna” e “sfiga”, che si fossero lì incontrate e che si fossero giocosamente messe a spostar di qua e di là davanti al mio incosciente passo il loro impalpabile confine di goccioline sospese a mezz’aria.

Di Enya, “May It Be”:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*