Silenziosa Quiete

Laura

Laura

Mi siedo a tavola, finalmente in silenzio, dopo aver riempito il mio piatto con la giusta quantità di riso integrale biologico, bollito, a cui ho aggiunto i fagiolini bianchi, i cannellini, anch’essi biologici, che con la loro densa acquetta di cottura hanno appena innondato di profumo di legumi tutti i chicchi.

Mangio solo anche oggi e per farmi compagnia mi avvicino un poco al senso del cibo che sto vivendo, chicchi e legumi raccolti in porzioni di terra a cui l’uomo sta cercando malamente di chiedere scusa, dopo che – arrogante – per anni le ha avvelenate d’escrementi d’inciviltà con ogni sorta di malefico scarico.

E mentre religiosamente consumo il mio pasto, cerco d’immaginare la dimensione agricola di quel piatto, ancora quando ogni elemento era a dimora nel terreno e conto i passi in lungo e in largo sull’area così circoscritta affinché possa immaginare l’impatto di questo mio momento di vita dentro un umile piatto.

Così, con questo metro, alzo lo sguardo agli oggetti che mi circondano nella stanza ove sto e comincio a moltiplicare tutto il benessere che vedo ed a trasformarlo in migliaia di piatti di riso e in metri quadrati di terra, per indovinare almeno vagamente il consumo che serve per stare seduto a pranzare da solo nella mia cucina, in casa, con l’auto parcheggiata sotto, sulla strada, ai margini della cittadina… e prego che la natura in un calcolo d’equilibri d’energia riesca a sostenere questo ritmo e questo consumo che non è solo mio ma di migliaia, milioni di persone nello stesso tempo e mi chiedo se – per caso – tutto ciò che abbiamo, il necessario ed il superfluo, non tragga origine da una energia ahimè insufficiente a dare la stessa libertà a tutta l’umanità e, quindi, semplicemente, il benessere dentro cui forse mi agio ora non sia la morte certa di stenti di qualcun’altra creatura.

Quell’unico piatto di riso mi dà la portata reale di tutto ciò che – forse – basterebbe ad una vita sostenibile, equa e più giusta, e mi riporta al senso delle cose, mentre tanto del superlfuo che crea benessere ma anche ingombra ed appesantisce inutilmente le pareti della vita di tutti i giorni, ammazza qualcun altro da qualche altra parte dell’umanità.

 

3 commenti:

  1. …riflessione da fare tutti i santi giorni!

  2. Caro Franz, adoro il silenzio! Tieni presente che ho avuto la giostra a catene sotto casa per sei giorni e che mi ha fatto morire coi tamburi tutte le sere fino a notte… con la cigliegina che domenica sera da mezzanotte alle tre – e dopo la serata – la giostra è stata smontata e rimessa nei due camion con una mezza dozzina di urlatori che sembrava un cantiere navale a marghera… zzz… ok smetto di lamentarmi e torno al lavoro… bye!

  3. io vivo nel caos…non riesco a placare il movimento assurdo che è dentro me…e straripa fuori…

    sono senza argini..

    riso? Il mio scoppierebbe come mais, :p

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*