E’ Bello ciò che è Bello, e Piace ciò che Piace

Ale

Chi si ricorda del detto popolare “non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace“? Sarà forse un modo diplomatico per non dire certe verità… perché – in realtà – non è mica vero!

Se fosse sufficiente che una cosa bella lo diventi perché piace, allora ogni cosa, ogni convizione, ogni gesto, o azione, o fatto o personaggio potrebbe diventare bella se piacesse almeno ad uno degli esseri umani. Ma può la bellezza essere soggettiva, cioè essere influenzata dal parere di una qualsiasi persona? Ma allora se fosse così si potrebbe ancora parlare di bellezza? E quindi – facendo un passo indietro – che cos’è la bellezza? Cosa intendiamo per bellezza?

La bellezza è un ideale puro, un valore assoluto a cui l’uomo tende in ogni momento della sua vita, una perfezione che non gli appartiene, è più elevata del suo stesso essere e quindi per questo sfugge costantemente alla manipolazione che l’uomo stesso ne vorrebbe fare. Essa va al di là dell’esperienza umana. Trascende!

E quindi, di conseguenza, la bellezza è oggettiva e non può essere influenzata dal gusto di una qualsiasi persona. La bellezza avrà perciò determinate caratteristiche che la rende tale. Un’opera d’arte, un edificio, un gesto, una persona saranno belli a prescindere dal fatto che essi risultino piacevoli.

Ricercare la bellezza nelle cose quindi non è la ricerca del piacere, del gradimento, ma equivale invece alla pratica di vedere oltre, immergersi nella spiritualità delle cose, cercarne l’anima, anelare ad un infinito, ad una perfezione, ad una pienezza di vita che pure rimarrà sempre insufficiente e parziale.

Nel caso di un’opera d’arte, tipo un dipinto, potrà capitare di osservarne uno e dire con spensieratezza “è molto bello” esprimendo in realtà il proprio personale gusto e gradimento. Ma ad una attenta analisi sarà facile distinguere l’intrinseca bellezza dall’evidente piacere, andando ad analizzarne i colori, la tecnica pittorica, i dettagli emotivi dei volti, la cura nella stesura di altri dettagli, l’attenzione al particolare, allo sfondo, all’ambientazione, il significato reale della rappresentazione, il motivo che ha spinto l’artista a dipingere quel soggetto, il suo impegno e la particolare dedizione. Solo allora si potrà essere in grado di valutarne l’effettiva bellezza incrinseca, e forse anche l’iniziale gradimento ne verrebbe meglio definito.

Nel caso delle persone questa distinzione risulta molto più difficile, perché ogni essere umano – anche il più derelitto e misero – ha in sè una sua dignità spirituale che lo rende bello: la sua capacità d’amare, che trasforma inevitabilmente in bello tutto ciò che viene compiuto nel suo nome. Perciò, per il semplice motivo che ogni uomo può amare e può essere amato, ogni uomo in sè è da considerarsi bello.

Ricercare la Bellezza significa perciò a ricercare l’Amore, essenzialmente perché qualsiasi cosa bella nasce dall’amore di qualcuno, che si è prestato con dedizione, per realizzare qualcosa di buono, che rendesse felici i suoi simili.

Ecco la meta, ecco il percorso: scoprire la bellezza nascosta nelle piccole e grandi cose della vita, cercando di vederla sempre con occhi nuovi.

La vera bellezza sia perciò il mio unico anelito. E il piacere? E sia! rimanga pure il mezzo che m’accompagni e mi sostenga nel perseguirla… 🙂

(testo tratto da internet e molto, molto liberamente modificato)

 

3 commenti:

  1. la mia teoria!!!!finalmente qualcuno che la condivide?? Ricordi le discussioni a conegliano a tavola con Alessandro?
    Tra ebbrezza innata e Paul Casagrande che la incita!!!
    beso
    Lu

  2. ma che e’ quel pentagono???bah

  3. Cara Lucille ball! Certo che ricordo, serbo tutto nel cuore! Questo articolo nasce proprio da quel giorno…
    🙂

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