Son scie d’una stella cometa, steli d’un mazzo di fiori, rami di salice piangente, braccia gambe d’un’anima inquieta.
Sono attimi vibranti di fragili sospensioni e vigili inconsistenze di non vita, d’attesa, d’un rifiorire imminente, alla vita, alle emozioni, ad un altro io.
Voglia di abbracci di maglie di lana avvolgenti, di stringere e raccogliere a sè il ricordo delle calure estive e conservarle nel tepore d’un piumone d’autunno.
Non ho bisogno di altre feste di divertimento di sballo di banalità di distrazioni di rumore d’orpelli di vanità di benessere
Pién de tàche e de sospìri che me slonga ‘l fià, ma ànca de morbìn che me brùsa, stàe incantà e inbarlumà co ‘sta scarògna, ma l’è sol che ‘n àtimo, e dopo son za drìo palidìr la ciòca e tornar in qua na s-ciànta, fàe na foto
Ho realizzato la serie “Abbandono al Caos” qualche tempo fa sulla decadenza postindustriale di uno degli ex-cotonifici di Pordenone, per un’altra edizione fineart. Nelle lenti remissioni alle forze della natura, negli irresistibili ed irreparabili sfaceli, nelle agonie apparenti, ecco scoprirsi la ricongiunzione armoniosa al caos cosmico, all’origine, ed insegnarci
Celata dentro innocui gesti quotidiani, discreta e silenziosa, attardi ancora i tuoi pensieri a sorvolar i prati, e poi sul mare, e via via a fuggir lontano con la mente assorta, a far vibrare il cuore con gli abbracci
Miliardi di stelle accendono i contorni delle nostre vette e si stringono alla via lattea a rischiarare ciò che rimane dell’ultimo tramonto,
M’alzo sonnambulo nella notte cercando di spegnere nella silenziosa quiete la frenesia di luci che ha invaso la mia vista e martellato la mia testa, rubandomi il presente, unica vera forza, e calpestando il delicato sussurro dell’amore, unica grande speranza.
Qualcosa s’è perso tra le dita d’un pugno stretto che tarpò il volo d’una farfalla d’aprile, è polvere d’amore disperso, è profumo di primavera
Questa galleria contiene 6 foto.
Angosciosi silenzi d’inquietanti disarmonie, d’assenze di respiri di vita, di separazione d’anime e di corpi, le une volate via, gli altri disseminati ed abbandonati qua e là, ad impensabili e surreali destini.
D’energia che monta come vento e nuvole prima d’un temporale, così voglio sia il mio giorno, profumato di pioggia e di pulito, d’aria tersa e fresca che m’assale e mi scuote le membra.
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